Quando si pensa alle foreste, non si pensa di certo ai pesci. Eppure, sott’acqua, esistono vere e proprie piante con radici, fusto e foglie che producono ossigeno proprio come accade sulla terraferma, creando habitat preziosi per numerose specie sottomarine. La Posidonia Oceanica ha foglie nastriformi, lunghe fino a 1m, che catturano CO2 e rilasciano ossigeno tramite la fotosintesi. Tra le piante marine mediterranee, la Posidonia è proprio la più efficace nella fissazione e nello stoccaggio del carbonio. Una prateria di Posidonia si chiama posidonieto. Crearne uno significa aiutare il mare a respirare e di conseguenza, anche tutti noi.

Che fanno queste specie, quando il loro habitat viene meno, ovvero quando il luogo dove si sono evolute per abitare sparisce o diventa inospitale? Muoiono, oppure migrano in cerca di sopravvivenza altrove, molto spesso non trovandola. La perdita di biodiversità in mare ha conseguenze su tutto l’ambiente: ci rende più vulnerabili alle inondazioni, riduce le risorse idriche disponibili e ha un impatto sull’approvvigionamento energetico e alimentare, quindi su quello economico. Siamo ancora in tempo per invertire questa rotta e contribuire non è poi così complesso. Creando un posidonieto, puoi aiutare i pesci nel loro habitat e, facendolo, aiuti anche il resto del pianeta. Più facile di così!

Questo degrado è causato principalmente dall’antropizzazione, ovvero dalle attività svolte dagli esseri umani sul territorio per adattarlo alle proprie esigenze. Stiamo parlando di conseguenze di attività come il sovrasfruttamento dei fondali, la pesca eccessiva e a strascico, l’ancoraggio, l’inquinamento e il riscaldamento globale. Un fondale marino popolato di Posidonia è un fondale in salute, così come lo è la costa nei suoi paraggi.